Come arrivarci
Alla partenza
Arrivati a Vezza d’Oglio, saliamo in auto in centro, svoltiamo a sinistra imboccando via Dante Alighieri. Una volta usciti dal paese, arrivati a un bivio, prendiamo la strada di destra e proseguiamo fino ad arrivare nella piccola frazione di Tù: superata la chiesetta, continuiamo per la strada più bassa e saliamo lasciandoci alle spalle le scuole, proseguendo fino a incontrare un parcheggio, appena prima di una sterrata che porta in Val Grande, dove lasciamo l’auto.
Il sentiero-Primo itinerario
Superata una baita, procediamo sulla nostra sterrata, lasciandocene alle spalle un’altra più ripida, che comunque porta sempre alla nostra destinazione (descritta nel secondo itinerario). Alla nostra sinistra abbiamo un bosco, mentre a destra, tra gli arbusti, intravediamo il versante opposto della Valle e l’abitato di Vezza.
Usciti dal bosco, incontriamo una costruzione militare di un battaglione del 3° Corpo d’Armata, risalente alla Prima Guerra Mondiale. Continuiamo in leggera discesa e poco dopo il termine di essa vediamo un palo con alcune indicazioni: procedendo dritto si arriva alla chiesetta di San Clemente (San Clùmet) e salendo per il sentiero più ripido si giunge a Borom. Prendiamo quindi quest’ultimo, entrando così tra gli alberi. Dopo qualche tornante vediamo un gruppo di costruzioni abbandonate e, proseguendo per il tracciato, arriviamo a una cascina quasi sempre incustodita, dove una decina di cani, di cui alcuni liberi, ci danno, si fa per dire, il benvenuto a suon di abbai, latrati e ringhi. I cani in questione sono a guardia di un gruppo di galline, del bestiame e della fattoria stessa: se si passa alla larga dagli animali della cascina, si spera che non siano aggressivi. Resta il fatto che non è sicuramente piacevole come incontro, specialmente se si ha un bambino piccolo o un cane.
Superata l’allegra fattoria arriviamo a un bivio, ma restiamo sulla nostra strada: abbiamo, alla nostra sinistra, degli ampi campi adibiti a pascolo. Continuiamo fino a sbucare nei pressi di una baita: In basso a sinistra ci sono le case di Borom, ma per la cava dobbiamo procedere a destra fino a raggiungere un bivio caratterizzato da una scala realizzata con dei tronchi. Qui prendiamo la strada che, in una discesa di pochi minuti, ci porta alla cava del Borom. Proseguendo in salita, invece, arriviamo all’Alpe Rovaia.
Il sentiero-Secondo itinerario
Al bivio in località Plassacù prendiamo la strada acciottolata di destra, seguendo le indicazioni per Borom e San Clemente. Proseguendo invece dritti dal parcheggio ci si addentra nella bella Val Grande.
Superata una baita, imbocchiamo la sterrata che sale più repentinamente sulla sinistra; anche la sterrata di destra porta alla nostra meta (descritta nel primo itinerario). Continuiamo in una salita costante, ma per nulla eccesiva e, dopo due tornanti a gomito, arriviamo a un secondo bivio, al quale rimaniamo sulla sterrata di sinistra; procediamo arrivando alle baite di Borom che ci lasciamo alle spalle e proseguiamo fino a raggiungere un bivio caratterizzato da una scala realizzata con dei tronchi. A questo bivio prendiamo la strada che, in una discesa di pochi minuti, ci porta alla cava del Borom. Proseguendo in salita, invece, arriviamo all’Alpe Rovaia.
Il sentiero-Terzo itinerario
Al bivio in località Plassacù prendiamo la strada acciottolata di destra, seguendo le indicazioni per Borom e San Clemente. Proseguendo invece dritti dal parcheggio ci si addentra nella bella Val Grande.
Superata una baita, procediamo sulla nostra sterrata, lasciandocene alle spalle un’altra più ripida, che comunque porta sempre alla nostra destinazione (descritta nel secondo itinerario). Alla nostra sinistra abbiamo un bosco, mentre a destra, tra gli arbusti, intravediamo il versante opposto della Valle e l’abitato di Vezza.
Usciti dal bosco, incontriamo una costruzione militare di un battaglione del 3° Corpo d’Armata, risalente alla Prima Guerra Mondiale. Continuiamo in leggera discesa e poco dopo il termine di essa vediamo un palo con alcune indicazioni: procedendo dritto si arriva alla chiesetta di San Clemente (San Clùmet) e salendo per il sentiero più ripido si giunge a Borom, seguendo la descrizione del primo itinerario.
Noi proseguiamo per la nostra sterrata, quasi in piano per una decina di minuti, arrivando così nell’area dove è edificata la chiesetta di San Clemente. Poco prima di giungere alla bella chiesetta romanica, saliamo sulla sinistra, seguendo le indicazioni per Borom. Dopo circa 25 minuti oltrepassiamo un piccolo ponticello, per tornare subito tra le conifere. Con altri 10 minuti di cammino arriviamo alla cava del Borom.
Fauna e curiosità
Lungo il cammino non è raro avvistare rapaci e nei mesi invernali e primaverili è possibile incontrare ungulati, come il capriolo e il cervo.
Dalla cava del Borom, attiva fino agli anni ’50, proveniva il pregiato marmo bianco di Vezza d’Oglio, presente ancora oggi sulle facciate e sui portali di alcuni edifici in paese e nel circondario. Ad oggi, della cava restano i binari su cui correvano i carrelli per il trasporto del marmo, qualcuno di questi carrelli, degli edifici di servizio ristrutturati, una piccola area coperta con dei macchinari in esposizione e, ovviamente, l’area della cava.
Per rendere ancora più piacevole e interessante la camminata consiglio di programmare un itinerario ad anello, seguendo per l’andata la prima o la seconda descrizione, e per il ritorno la terza, più ripida e di conseguenza più adatta alla discesa che alla salita.
Nei pressi della chiesetta di San Clemente è presente un’area pic-nic attrezzata con barbecue.
Dati salienti
- Località: territorio comunale di Vezza d’Oglio
- Quota: 1532 m.s.l.m.
- Dislivello: 222m
- Dislivello positivo: +370 m
- Tempo di percorrenza 1° itinerario: 0:45 h
Tempo di percorrenza 2° itinerario: 1 h
Tempo di percorrenza 3° itinerario: 1 h - Segnaletica: segnavia CAI 3 e indicazioni
- Difficoltà: 3
- Panorami e paesaggi: 4
- Escursionisti che soffrono di vertigini: adatto
- Condizione e ampiezza sentiero: ottime











LA MAPPA IN 3D DELL’ESCURSIONE

